Stanley Kubrick: a 20 anni dalla sua scomparsa
I drughi e il latte+, la sensualità di Lolita e i duelli di Barry Lyndon: vent’anni fa ci lasciava uno dei nomi più importanti e rivoluzionari del cinema, Stanley Kubrick.
Nato e cresciuto nel Bronx, Kubrick è stato tra i registi più talentuosi e dirompenti della storia, celebre per il suo perfezionismo maniacale. Ricordate la scena della mazza da baseball in Shining? Costrinse Jack Nicholson e Shelley Duvall a ripeterla per 127 ciak.
Uno dei tratti distintivi della sua personalità è stato il grande amore per il cinema: a diciannove anni, il principale hobby del Kubrick adolescente era trascorrere cinque giorni a settimana nella sala di proiezione del Museum of Modern Art di New York.
Nel 1953 l’esordio dietro la macchina da presa con Paura e desiderio, girato a basso budget grazie alla generosità di uno zio che si prestò al ruolo di finanziatore del progetto. Ma per ottenere il primo vero successo di critica e pubblico dovette aspettare il 1956: con Rapina a mano armata Kubrick affrontò il genere thriller, con una tecnica sperimentale e decisamente fresca per l’epoca, fatta di una struttura narrativa non lineare e continui salti avanti e dietro nel tempo. E poi Orizzonti di Gloria, che nel 1992 fu scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti; i conflitti leggendari con Kirk Douglas durante le riprese di Spartacus (film elogiato anche da John F. Kennedy); il controverso fascino di Sue Lyon in Lolita; l’istrionismo sfrenato di Peter Sellers in Il dottor Stranamore; fino alla sua opera più ambiziosa, 2001: Odissea nello spazio, una vera esperienza visiva per lo spettatore. Nel 1971 le sale cinematografiche sono scosse da Arancia Meccanica, che ancora oggi conserva il suo brutale fascino mentre nel 1975 Barry Lyndon, il suo film maggiormente apprezzato ad Hollywood, viene premiato con quattro Oscar dall’Academy. Gli anni ’80 vedono l’uscita in sala di Shining e Full Metal Jacket, due opere dove è il binomio vita/morte, umano/disumano a farla da padrone. Infine, Eyes Wide Shut l’eterno inconcluso, uscito postumo in una versione curata dai suoi più stretti collaboratori.
Quest’anno, ovunque, sono numerosi gli eventi dedicati al grande regista per ricordare il ventennale dalla sua scomparsa. Tra i più importanti spicca la mostra Stanley Kubrick: The Exhibition, un’imponente esposizione che, dopo aver girato il mondo, dalla Germania alla Corea, sbarca dal 26 aprile al 17 settembre a Londra, presso il Design Museum. Una mostra monumentale, in cui ogni stanza sarà dedicata ad una singola opera di Kubrick, con oltre 500 oggetti di scena, come la porta della stanza 237, la tuta dell’astronauta David Bowman e i caratteristici vestiti bianchi di Alex DeLarge. Dedicare una mostra a Kubrick vuol dire, in effetti, dedicarla all’essenza del Cinema stesso.