In arrivo il biopic su Bud Spencer

Era il 27 giungo del 2016 quando Carlo Pedersoli, meglio conosciuto come Bud Spencer, ci lasciava. Il lutto colpì il mondo dello spettacolo e tutte le generazioni cresciute a cavallo degli anni ‘80/’90, periodo in cui il nome di Bud Spencer e il suo faccione barbuto comparivano con grande frequenza sui manifesti cinematografici di tutta Italia.

A poco più di due anni dalla scomparsa era lecito aspettarsi un biopic sull’attore napoletano e il 27 settembre scorso ne è arrivato l’annuncio proprio dal figlio, Giuseppe Pedersoli, durante la cerimonia d’apertura del Terni Pop Film Fest – Festival del Cinema Popolare, che ha inaugurato la manifestazione ricordando uno dei volti più simbolici e amati del cinema italiano. In questo momento la sceneggiatura è in fase di lavorazione e racconterà la vita di Bud fino all’inizio della sua carriera di attore.

Durante il festival sono stati intervistati i figli dell’attore partenopeo, Giuseppe e Diamante, e il nipote Alessandro, che hanno lasciato commoventi dichiarazioni sulla doppia vita del padre/nonno ed attore, raccontando dell’amicizia con Terence Hill e del suo scarso entusiasmo, all’inizio, di entrare nello show business.

Dall’adolescenza romana al trasferimento in Sud America, la vita di Bud Spencer sembra davvero perfetta per un film: prima di intraprendere la carriera da attore, Bud lavora come bibliotecario a Buenos Aires, come segretario all’ambasciata italiana in Uruguay, riuscendo anche a partecipare nel 1952 alle Olimpiadi di Helsinki e nel 1956 a Melbourne. Dopo le prime esperienze come figurante in colossal come Quo vadis, in cui veniva selezionato per la sua prestanza fisica, nel 1967 entra da protagonista nel mondo del cinema: Giuseppe Colizzi, un vecchio amico, gli offrì un ruolo in un film western, un genere che al tempo era parecchio in voga. Fu così che sul set di Dio perdona… io no! conobbe Mario Girotti, il futuro Terence Hill, insieme al quale raggiunse il successo di pubblico nel 1970, con Lo chiamavano Trinità, il film di Enzo Barboni (accreditato con lo pseudonimo E.B. Clucher) che storicamente segna la fine dei più cupi e brutali spaghetti-western.

Da lì in avanti, quasi sempre in coppia con Terence Hill, Bud è diventato il volto e il corpo che ha dato forma ad un nuovo genere di commedia italiana, celebrata anche fuori dai confini nazionali (a Bud è stata dedicata una statua a Budapest) con uno stile ormai entrato nell’immaginario del pubblico di tutte le età e che attraversa le generazioni, tanto da far nascere un videogioco-tributo sui celebri film di “scazzottate e fagioli”.

Non sono ancora noti i dettagli sul cast del biopic o su chi si occuperà della regia e della produzione, ma c’è già grande interesse su questo omaggio ad una vera leggenda del nostro cinema.